Curare l’ambiente dopo gli incendi: la posizione di botanici, ecologi e zoologi
Firenze, 4 ottobre 2021 – A seguito dei vasti incendi che hanno colpito l’Italia nell’estate appena trascorsa, due temi hanno avuto notevole risalto sui mezzi di comunicazione: da un lato, si propone di piantare milioni di alberi, per rimediare ai danni del fuoco; dall’altro, si sostiene che boschi e spazi naturali avrebbero bisogno di “manutenzione”, per prevenire il propagarsi degli incendi.
Una mozione sottoscritta da cinque società scientifiche italiane di area biologica ed ecologica (Società Botanica Italiana, Società Italiana di Biogeografia, Società Italiana di Ecologia, Società Italiana di Scienza della Vegetazione, Unione Zoologica Italiana) sottolinea però che queste argomentazioni nascono in parte sull’onda di una valutazione emotiva, in parte da un approccio puramente economico, anziché da un’analisi scientifica che tenga conto del funzionamento degli ecosistemi naturali.
“È fondamentale sottolineare – scrivono le associazioni firmatarie – che in ambiente mediterraneo le specie vegetali sono evolutivamente adattate al fuoco, garantendo i processi di rigenerazione della vegetazione e degli habitat”.
Gli studiosi autori del documento raccomandano quindi: 1) di limitare la rimozione di legno alla sole aree di viabilità e alle necessità di sicurezza; 2) di lasciare spazio e tempo al recupero spontaneo della vegetazione che, se indisturbato, garantisce in modo naturale il pieno ripristino della funzionalità degli ecosistemi in tempi anche brevi; 3) di limitare al massimo i rimboschimenti, riservandoli ai soli spazi destinati all’arboricoltura specializzata e alle aree urbanizzate, evitandoli nelle aree naturali dove possono essere dannosi per la biodiversità (in quanto danneggiano il microclima e il suolo, riducono l’eterogeneità degli habitat, introducono genotipi estranei, ecc.).
“I problemi complessi non hanno soluzioni semplici: è necessario affrontare il tema degli incendi con un’analisi multidisciplinare, fondata sulle scienze biologiche ed ecologiche, ad integrazione del contributo di tecnici ed esperti di altre discipline come Forestali e Agronomi”, concludono le associazioni firmatarie del documento, che si mettono a disposizione delle comunità delle aree interessate da incendi e degli Enti pubblici.